PAURA e DESTINO del LEADER

«Un giorno la paura bussò alla porta.
Il coraggio andò ad aprire.
Non c’era nessuno.»
(Martin Luther King)
Negli anni e nel tempo ci sono delle domande che affiorano ciclicamente nei miei pensieri: "fino a che punto l'individuo conta?"
Sono i Leader a cambiare il Mondo? Oppure sono i sistemi o grandi "movimenti" che intercettano e muovono i Leader esistenti?
Questo argomento è molto dibattuto, molti sono coloro che lo affrontano, basti citare, tra i "grandi": Tolstoj in "Guerra e Pace", Marx nel suo Capitale sosteneva che l'economia è al centro, e così via.
Perché continua da decenni un interesse, quasi morboso, sulla leadership e sui leader?
E' un interesse dei leader? O è un interesse dei grandi "movimenti" (alias Sistemi)?
Oggi è opinione diffusa, tra coloro che scelgono di ragionarci sopra, che l'individuo e il suo "successo" sia un mix di due fattori: sistema e leadership. Forse sta qui la ragione profonda per cui oggi si parla tanto di leadership: il "sistema" o i "sistemi" hanno bisogno di "leader"; e quando i due fattori si incontrano cambiano le cose. Cambia la Storia, individuale, aziendale, sociale; i due ingredienti entrano in "sintonia" in quella parte di Mondo che è pronta a cambiare.
Se spostiamo il focus dalla parola "successo" alla parola "storia", come Alessandro Barbero così ben ci erudisce nei suoi numerosi video, potremmo dire, parafrasando l'iperbole quantistica che, l'osservatore condiziona l'esperimento che stiamo osservando e da un punto di vista storico, ciò che vale ora, tra qualche "ciclo di eventi di tempo" potrebbe non valere più.
Provo a declinare quanto appena scritto, non con l'intento di trovare la ricetta sulla Leadership, ma di supportare le persone che si assumono il ruolo.
Premesso che ogni generalizzazione è foriera di errori consistenti, e ogni leader ha storia a sé, la mia esperienza è limitata, dovremmo parlare di "sistemi di leadership". Questi sistemi generano "universi" o "multiversi", a volte paralleli e/o in conflitto, altre volte convergenti che fanno emergere leader molto differenti tra loro. Malgrado ciò c'è un massimo comun denominatore in cui scienziati, neuro-scienziati, leaderologi (esperti di leader) concordano:
Tutti i Leader hanno una spiccata Intelligenza Emotiva. E su questo argomento paiono concentrarsi molti focus e analisi delle performance del leader.
Alcune curiosità, su cui mi è capitato di imbattermi: malgrado le differenti etnie del genere umano esistenti nel pianeta, la prossemica facciale è molto simile nelle diverse culture, quali:
- il sorriso
- il disgusto
- la tristezza
Anche alcuni istinti e pulsioni sono presenti in tutte le etnie, c'è chi li chiama "istinti naturali", per esempio:
- l'istinto alla sopravvivenza
- l'istinto alla creazione (sia nel fare che nel procreare)
- l'istinto all'eternità
Le neuro scienze stanno consolidando ciò che alcuni antichi dicevano da millenni: il genere umano ha dei "riflessi" istintivi comuni, tramite gli occhi (e il volto) vediamo l'anima dell'altro/a. Nel famoso libro di P. Elkaman "I volti della menzogna", precursore oggi della disciplina denominata riconoscimento facciale, ci dice che le pieghe muscolari del volto nelle diverse etnie sono tra loro riconducibili a comuni movimenti, espressioni ed emozioni. Ciò che ci contraddistingue dalle macchine è agire con Intelligenza Emotiva; l'Intelligenza Artificiale (AI) sta facendo passi velocissimi, grazie ad algoritmi sempre più sofisticati, con l'obiettivo di predire comportamenti, compresi quelli dei Leader e di leadership.
Si potrà presto riconoscere il potenziale di leadership in un bambino, o in un lavoratore, semplicemente dalla sua foto e da un questionario attitudinale compilato, questo potrebbe realizzare ciò che è stato predetto, da Tolstoj, Marx e altri, consolidando il fatto che i Leader sono funzionali ai sistemi a cui appartengono.