DAL LABORATORIO di MARMO a COMMERCIALE delle ECCELLENZE

Quando conosci delle persone che vivono appieno ciò che provano, non smetti di pensarci e di stimarle!
I Valori a cui facciamo riferimento, la coerenza di testimoniarli, con un’innata capacità di adattarsi e cambiare pur mantenendo la barra su di essi è un talento!
Mi sento onorato di conoscere e frequentare persone come Claudio: uomo di montagna, asciutto, semplice e sincero come il territorio a cui appartiene: la Lessinia, fatta di belle montagne, aspre valli, il turismo le ha toccate solo di striscio negli anni ’60, nelle gite fuori porta sono ancora un cavallo da battaglia per i veronesi e pochi altri privilegiati intenditori!
La gente della Lessinia sa cosa significa lavoro e fatica, conosce gli elementi e la natura! Gente essenziale e per questo geniale, indomita!
Ho conosciuto Claudio ad uno dei corsi che ho organizzato durante il periodo della pandemia, in presenza, con tutte le precauzioni del caso, presso la piccola struttura che gestisco a Cinto Euganeo: 4Koaching, nei Colli Euganei. Questa sede è ideale per piccoli gruppi e consente ai partecipanti di godere di ampi spazi e la possibilità di rispettare i dettami dei "dpcm".
Claudio Bragantini classe 1960, viso e corpo asciutto, fronte alta e stempiata, sguardo di quelli che han visto tante cose e soprattutto tanta gente, di tutti i tipi!
All'inizio ti squadra, ti guarda, ti ascolta e solo se ... parla!
Ho conosciuto Claudio all'indomani di una sua esperienza, quelle che lasciano il segno indelebile: la "famosa malattia" di cui pochi vogliono parlare. Lui ne è uscito con forza di volontà dopo una operazione importante, chemio e un periodo di recupero.
Ho il piacere e la possibilità di parlare con Claudio e di condividere le sue esperienze, opinioni e aspettative in questa breve intervista.
S. "Iniziamo da un classico, una classica domanda: come stai?"
CB Ora sto bene, periodicamente degli acciacchi, che tengo sotto controllo con analisi e dieta ferrea. Del resto gli effetti della chemio - scrivono in bibliografia - si ripercuotono anche fino a 7 anni dalle somministrazioni!
S. "Come hai fatto a cambiare così tanto?"
CB Non è facile cambiare. Anche se ci sono abituato. Sono partito da un’analisi generale. Crisi di lavoro e di salute sono state i motori. Le crisi sono opportunità per cambiare. Ho iniziato a cambiare a 12 anni quando, rientrando da scuola, decisi che dovevo concretamente dare una mano in famiglia e così mentre studiavo, iniziai a lavorare a portare a casa qualche soldo. A 15 grazie a queste esperienze di lavori pomeridiani ero già sufficientemente maturo e mi fecero prima un contratto da apprendista e subito dopo da operaio. Ho iniziato controllando le macchine di una filanda, non contento alla sera andavo a prendere polli per caricarli nel camion che la mattina dopo sarebbe andato al mercato. Quindi quando mi presero al laboratorio di marmo, a segare blocchi e lastre per far tavoli o prodotti di pregio ero già pronto, avevo capito cosa volevano da me e io dal mio lavoro: ascolto, comprensione, velocità e precisione. Tutto questo l’ho sempre condito con tanta passione, per le persone e per le cose che dovevo fare. Ho cercato di coniugare queste due anime da sempre, coltivando l’empatia con le persone e il piacere nelle buone cose e sane: pasta fatta in casa dal mio babbo, il buon vino delle colline della Lessinia.
Negli anni ’80 mentre facevo il marmista fui uno dei primi in Lessinia a fare il corso da sommelier.
S. "Da lavoratore in laboratorio di marmo a commerciale delle eccellenze, ci racconti brevemente la tua storia?"
CB Come raccontavo lavorare il marmo, non mi ha tolto il desiderio per le persone e i prodotti buoni e sani. Quando lavoravo il marmo, alla sera, tornavamo a casa con la febbre da quanto eravamo stanchi e impolverati, non avevamo tutti i macchinari che ci sono adesso, e neppure le protezioni! Alla sera studiavo e coltivavo le mie passioni: il sociale e il vino.
La prima grande svolta avvenne nel 2008 con la crisi del settore del marmo, eravamo ore e ore in laboratorio ad aspettare il lavoro, i clienti e il lavoro tardava a venire. Così ho preso un anno di mobilità e da un lato ho fatto il percorso da sommelier dall’altro il corso per operatore socio sanitario (OSS). Li ho percorsi entrambi e per un anno ho svolto l’OSS come lavoro principale la mattina e nel pomeriggio vendevo vino.
S. "Cosa ti porti dentro del periodo della malattia?"
CB Passione, conoscenza ed empatia. Si la malattia nel 2018 mi ha portato ancor di più ad apprezzare la relazione con gli altri. Conoscere il prodotto, il territorio, ma soprattutto le persone di quel territorio per me fa la differenza. La malattia mi ha scombussolato profondamente, vorrei dire sconvolto: un metro e mezzo di intestino tenue in meno, alcune masse asportate, una 11x6 centimetri! Ma quello che mi ha fatto dire “AVANTI TUTTA” come dice Leonardo Cenci, che per me è stato fonte di ispirazione, me l’ha dato il pensiero. Il pensiero di non arrendermi è arrivato dalla convinzione che non potevo godermi la pensione con mia moglie. E’ emersa la determinazione e la forza che questo male non doveva cambiare la mia voglia di vivere, anche giorno per giorno.
S. “Come hai fatto in pratica?”
CB Ho analizzato e immaginato il mio funerale, mi sono immaginato cosa avrei detto di me se fossi stato presente e cosa avrebbero detto amici e parenti! In ospedale ho conosciuto una persona fantastica un inglese operato d’urgenza di appendicite, era venuto a vedere una partita del Chievo e non sapeva una parola d’italiano, siamo diventati amici usando il traduttore di Google! Tutt’ora ci sentiamo e ci scriviamo spesso! Queste esperienze mi hanno permesso di costruire un modello, un nuovo modello; non sapevo fosse un modello finché non sono venuto alle tue lezioni! Io avevo elaborato istintivamente ciò che tu mi hai consentito di rielaborare e riordinare!
S. “Ti riferisci al Kanban Method? Che cosa hai trovato nel modello e nelle cose che abbiamo condiviso al corso?”
CB Il desiderio di tornare alla vita normale, di focalizzarsi sulle cose importanti, la voglia di vivere normalmente ti fa riflettere, da solo vai a tentoni: sperimenti, tagli, ricuci, e fai e rifai ciò che funziona, parti dal risultato che vuoi ottenere, anche se all’inizio non ci presti la dovuta attenzione! La vita ti fa riflettere e il Kanban Method è l’ideale per rimettere ordine le cose e riflettere su come le si fa.
S. "Come usi Kanban nella tua settimana lavorativa?
CB Il 2020 si chiude in positivo, anche se il fatturato è calato! Potevamo fare di più, non è questione di accontentarsi, ma il desiderio di fare, di combattere e non mi sono arreso al piattume del periodo, ho cambiato strategie commerciali, anche grazie a Kanban, osservando e seguendo di più il privato.
Ho copiato, continuo a copiare! Copiare quello che funziona, Kanban ti consente di copiare ciò fai e che funziona. Copiare ciò che fanno altri in altri contesti e situazioni, analizzando ciò, che accade, mentre accade, qualsiasi cosa accada. Mi sono messo in gioco, ho approfondito prodotti di eccellenza come quelli della GMF di Giulio Menegatti e ho rifatto ciò che era ripetibile.
S. "Cosa ti senti di dire a una persona che vuole organizzarsi meglio?"
CB La semplicità e la possibilità di evolvere che ti da la Kanban Board è unica. Kanban ti porta nel binario giusto e ti fa passare da un treno locale a un treno ad alta velocità, tutto assume logica, armonia e sequenzialità. Kanban ti fa riflettere, fai fatica, si certo nulla è gratis a questo mondo, anche se ci pensi e ripensi, e poi trovi la soluzione adeguata allo scopo. Non si cambia se non si trova un nuovo stimolo, un nuovo scopo, rielaborare le esperienze. Tutti dovrebbero avere l’opportunità di formarsi e avere un modello come Kanban, con questo metodo sono sufficienti convinzione, determinazione, focalizzazione sul bersaglio e con brevi, sintetiche e semplici aggiustamenti ci arrivi!
Grazie Claudio è un piacere e un onore parlare con te. Buon Natale!