Costellazioni, morte e rivelazioni

Costellazioni, morte e rivelazioni
«A chi sa di dover morire, gli ultimi cinque minuti di vita sembrano interminabili, una ricchezza enorme. In quel momento nulla è più penoso del pensiero incessante: "se potessi non morire, se potessi far tornare indietro la vita, quale infinità! E tutto questo sarebbe mio! Io allora trasformerei ogni minuto in un secolo intero, non perderei nulla, terrei conto di ogni minuto, non ne sprecherei nessuno!".»
(L'idiota - Fëdor Michajlovič Dostoevskij )
Dostoevskij stava per essere fucilato e l'esecuzione viene interrotta proprio mentre il plotone d'esecuzione sta procedendo. Lui e altri ci narrano di momenti in cui toccano o stanno per toccare l’ignoto, l’infinito, la morte e ciò li trasforma.
A volte sono stati di malessere profondi, depressioni, stati di coscienza alterata o di premorte, o come ci narra l'illustre scrittore l’attimo prima dell’evento in cui tutto sta per finire. E la consapevolezza che tutto non sarà più come prima.
Tutto ciò ci avvicina all’infinito.
A lui come ad altri ha cambiato la vita e soprattutto la percezione della stessa.
Bert Hellinger con le Costellazioni spirituali ci ha introdotto a come avvicinarsi a ciò che è definibile infinito, o frammenti di eternità, tramite l'amore incondizionato di "ciò che è" e il "grande SI".
In quei momenti cogliamo l’inaspettato e ci trasformiamo.
“E l’ottimismo fece la differenza tra la salute mentale e la malattia”
da Supercoscienza. Alla ricerca delle esperienze di picco, di Colin Wilson
Ricercare, cercare e condividere questi momenti di trasformazione è quello che facciamo nei nostri incontri.
Coloro che sono alla ricerca hanno vissuto delle esperienze che li hanno portati a cercare, a volte sono frazioni di minuto, a volte sono cicli e periodi di vita, a volte sono sensazioni profonde che abbiamo fin dalla nascita. C'è chi non cerca e semplicemente vive.
Che significa ricercare o cercare ?
Ri-cercare, significa cercare nuovamente, lo facciamo o seguendo una traccia che qualcun altro ci ha lasciato o ripercorrendo un tratto di percorso che abbiamo fatto o intuitivamente o meccanicamente o con un metodo o metodologia.
Cercare è una tensione, uno stato dell'anima, a volte per alcuni periodi della vita si spegne, si arrende o semplicemente gli automatismi che ognuno di noi ha, ci sopraffanno e ci inducono o ci distraggono, c'è chi lo chiama il nemico, c'è chi lo chiama il suggeritore, o lo sfidante. Ciascuno di noi ha due stati di coscienza uno superficiale ed uno più profondo. Il superficiale è continuamente sollecitato dagli automatismi, che hanno tendenzialmente il compito di proteggere lo stato profondo: sensibile, delicato, aperto e altruista. La vita, l'evoluzione, la sopravvivenza necessitano di grande energia e lo stato superficiale della coscienza è utile allo scopo.
Entrare in contatto con lo stato profondo, ci fa cambiare il nostro stadio (per la differenza tra stato e stadio rimando alle letture di Ken Wilber) di coscienza cambia lo stadio di consapevolezza evolutiva a cui siamo chiamati.
Di tutto ciò cerchiamo e ricerchiamo negli incontri presso la mia sede:vedasi anche il link.